GOVONE
CONTEMPORANEO
 

Il titolo scelto vuole mettere in risalto, in modo chiaro e diretto, la vocazione che il Comune di Govone sta rafforzando quale luogo di dialogo costante tra la propria storia e la contemporaneità: una relazione, questa, che, tramite i linguaggi artistici, intende proporre nuove chiavi di lettura che pongano al centro la cultura con la sua capacità trasformativa e, al contempo, fortemente identitaria. Un intreccio tra ricordi, innovative consapevolezze per la nascita di una non consueta narrazione.

Il progetto Govone Contemporaneo si pone principalmente l’obiettivo di rafforzare la presenza del Castello di Govone nel proprio territorio di riferimento attraverso:

  • il miglioramento della gestione, della fruizione e della comunicazione del bene;
  • il consolidamento del ruolo di promotore di processi culturali e di sviluppo del territorio, motore di cultura e portabandiera di obiettivi comuni del Roero.

Un castello per tutti

Gli obiettivi sono quelli di migliorare in modo strutturale le modalità e la qualità dell’offerta culturale del Castello, rendendolo un luogo più accessibile, dove garantire una maggiore fruizione del bene, sia in termini di tempo (più giorni di apertura) sia in termini di qualità (maggiore flessibilità, informazione e autonomia delle visite), sia in termini di inclusione (specifici percorsi studiati per adulti, bambini, persone con diverse esigenze di fruizione).
In tal modo, si garantisce l’adeguamento della struttura a quanto previsto dagli standard museali.

 

PREMIO CASTELLO DI GOVONE

 

Il Premio Castello di Govone è destinato a personalità italiane e straniere che con la loro professione hanno sostenuto e valorizzato le arti visive contemporanee. Ogni anno viene consegnata una simbolica "chiave del Castello" con lo scopo di riaffermare il ruolo strategico della cultura quale importante motore di relazioni, inserendo il Borgo di Govone e il Castello Residenza Reale nel vasto panorama delle sedi nazionali dedicate alle forme espressive più innovative.
Si intende così richiamare l’attenzione del pubblico più attento, composto da appassionati e da specialisti, nei confronti delle attività che vengono attuate nel paese, con il proposito di favorire una conoscenza diretta del Castello e, allo stesso tempo, del ricco patrimonio artistico e paesaggistico del Roero.

Edizione 2023

In continuità con le edizioni precedenti, grazie all’Accordo quadro con la Fondazione Torino Musei, la Commissione ha visto la presenza di Riccardo Passoni, direttore della GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, ed è stata presieduta da Adriano Da Re (già Segretario Generale della Fondazione Torino Musei) con Luca Malvicino (presidente dell’Associazione Govone Residenza Sabauda).

La quinta edizione del Premio è stata assegnata al manager culturale Paolo Verri, che ha ricevuto un’opera fotografica di Enzo Obiso, con la seguente motivazione:

Grazie a una capacità di progettazione e di azione intellettuale e manageriale unica nel suo genere, Paolo Verri nell’arco di trent’anni ha saputo portare il suo stile e le sue idee in alcuni dei più importanti appuntamenti culturali italiani: solo per citarne alcuni, dal Salone del Libro a Italia 150, da Matera Capitale Europea della Cultura a Expo Milano, da Ocean Race Genova a Ivrea Capitale italiana del libro, contribuendo recentemente anche alla candidatura di Roma Expo 2030.

Versatile ed eclettico nell’affrontare sotto il profilo gestionale situazioni e scenari differenti per portata e durata, Verri è riuscito sempre a coniugare fantasia e originalità a un rigore e a una scrupolosa attenzione nei confronti di scelte che mettessero in luce quanto di meglio è in grado di offrire il panorama culturale italiano, valorizzando, dove è stato possibile, il capitale umano e artistico del nostro Paese.

Per tali motivazioni la Commissione preposta ad assegnare il Premio Castello di Govone ha ritenuto quest’anno di attribuire questo riconoscimento a Paolo Verri.

 

Enzo Obiso - Artista

Enzo Obiso Campobello di Mazara. Vive e lavora a Torino.

Completa gli studi all’Accademia di Belle Arti di Torino, città dove dal 1976 alla galleria Documenta inizia a esporre il suo lavoro. Al centro della sua ricerca l’essere umano, che rappresenta attraverso i propri luoghi di appartenenza, la natura e il paesaggio come rifugio della memoria, gli oggetti, il corpo. In cerca di un’identità personale mediata attraverso il confronto con l’alterità. É Direttore artistico di Phos Centro Fotografia Torino, incentrato alla produzione, diffusione e valorizzazione della fotografia e delle arti visive e del quale è co-fondatore nel 2011. Sue opere sono parte di numerose collezioni pubbliche e private italiane e internazionali. Realizza Ritratti di beata bellezza a cura di Guido Costa, Festival di Spoleto 1993 e partecipa a Mediterranea Fondazione Italiana per la Fotografia V Biennale Internazionale. Nel 1996 Partito Preso GNAM Galleria Nazionale dʼArte Moderna Roma e Ultime Generazioni, XII Quadriennale di Roma 1950/1990; é presente a Fotografia e Arte in Italia 1968 - 1998 Modena Galleria Civica dʼArte Moderna e nel 1999 a Contemporaneo Temporaneo, GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Entra a far parte della Collezione di Fotografia Contemporanea. Acquisizioni 1997-2000 della Galleria Civica di Modena, espone a piazza Fontana di Trevi con Sguardi e immagini. Fotografia a Torino 1980-2000 nel 2002 Da Guarene all’Etna, 02 – Padiglione Italia della Biennale di Venezia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Guarene, Silenzio della superficie Galleria d’Arte Moderna di Torino sala delle acquisizioni 2003 Atlante Italiano 2003 Ritratto dell’Italia che cambia, DARC Roma. 2006 Mongolia e Images from the Steppes, Bath Museum of East Asian Art. Bath GB 2010 H2O OEuvres de la Collection Sandretto Re Rebaudengo al Palais Lumière di Eviàn 2011 L’Italia va in vacanza a cura di Francesca Fabiani Fondazione MAXXI Roma. Nel 2018 con Suggestioni D’ITALIA dal neorealismo al duemila GAM Torino. Alla Triennale di Milano invece con Soft Revolution, Franco Toselli e gli artisti di ‘portrofranco’ a cura di Elena Pontiggia. Nel 2022 per lo Studio Museo Felice Casorati Il lato umano delle cose a cura di Angela Madesani, Focus on Future 14 fotografi per l’agenda ONU2030 Musei Reali Torino cura di Bruna Biamino.

Paolo Verri - Premiato

Uomo di libri, nato a Torino nel 1966, Paolo Verri è stato editore, direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino dal 1993 al 1997 – e in quei quattro anni ha fondato e diretto anche Umbria Libri e il Salone della Musica.

Nel 1998 ha inventato, insieme a Paolo Taggi, “Per un pugno di libri”, la più longeva trasmissione televisiva di promozione della lettura.

Dopo una breve esperienza all’Associazione Italiana Editori, è stato chiamato dal Sindaco di Torino, Valentino Castellani e dal suo assessore alla promozione, Fiorenzo Alfieri, ad occuparsi della città in cui è nato; tra il 1998 e il 2011 ha lanciato il progetto Luci d’Artista e la riqualificazione dei Murazzi del Po, ha diretto il Piano strategico della Città “Torino Internazionale” e la Fondazione Atrium per il coinvolgimento dei cittadini nella realizzazione e promozione delle XX Olimpiadi Invernali Torino 2006, di cui è stato direttore anche dello Sponsor Village. Nel 2007 ha coordinato i contenuti culturali delle Universiadi Invernali, nonché il dossier di candidatura di Torino 2008 prima World Design Capital. Dal 2007 al 2011 è stato il direttore di Italia 150, progetto per i festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia che ha portato a Torino oltre 4 milioni di visitatori.

Tra il 2011 e il 2020 ha lavorato a Matera, come direttore della candidatura prima e della fondazione con cui si è realizzata la Capitale Europea della Cultura Matera 2019, nonché a Milano, dove ha diretto il palinsesto dei contenuti del Padiglione Italia di Expo Milano 2015.

A Genova tra il 2020 e il 2021 ha diretto il progetto The Ocean Race; nel 2022 ha coordinato il progetto Ivrea 2022 capitale italiana del libro e Volterra 2022 prima città toscana della cultura, ed ha scritto parte del dossier di candidatura di Roma all’Expo 2030.

Docente presso l’Università Cattolica di Milano e lo IULM di Milano, attualmente coordina il Master in Trandisciplinary Design dello IED di Milano, e dirige il settore culturale dei Giochi Mondiali Universitari Invernali Torino 2025. Collabora con le città di Rimini e di Parma di cui segue la candidatura a città italiana della cultura per il 2026 e di città europea per i giovani per il 2027.

Fondatore e già presidente dell’Osvaldo Soriano Football Club, è presidente pro bono della Fondazione Cirko Vertigo, eccellenza formativa e produttiva internazionale nel settore del Nouveau Cirque.

È autore di molti saggi, tra cui il recentissimo “Il paradosso urbano” (Egea Edizioni, Milano 2022).

Creativamente Roero - Quinta Edizione
Convegno Biodiversità, Sabato 20 maggio 2023 - Castello Reale di Govone

Credito Foto completo:
Mattia Gaido, Emanuele Biganzoli, Miriam Mancuso, Giorgia Alloisio, Anna Paola Francavilla, Matteo Scotti

Edizione 2022

Grazie alla sigla nel 2019 di un Accordo quadro con la Fondazione Torino Musei, la Commissione vede la presenza di Riccardo Passoni, direttore della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ed è presieduta da Adriano Da Re (già Segretario Generale della Fondazione Torino Musei), Segretario Luca Malvicino (presidente dell’Associazione Govone Residenza Sabauda).

Per questa quarta edizione si è deciso di assegnare il Premio a Francesco Poli, docente, autore, critico e curatore di fama nazionale e internazionale, al quale sarà consegnata un’opera di Antonio La Grotta.
Francesco Poli verrà premiato con la seguente motivazione:
Dopo la Laurea in Sociologia, giovanissimo, Francesco Poli diventa Assistente all'Accademia Albertina di Torino, per passare poi all’Accademia di Carrara, dove diventa titolare, e quindi proseguire il suo lungo insegnamento di Storia dell’arte contemporanea – cominciato nel 1977 e terminato nel 2014 – a Brera.
Ha inoltre tenuto corsi presso le Università di Torino e di Parigi.
Ha affrontato, tra i primi, temi pioneristici che costituiscono tutt’oggi una controparte fondamentale della ricerca e produzione artistica: il rapporto condizionante – per la fortuna della stessa – con il mercato.
Altro argomento pioneristico con il quale si è affermato: la necessità di riformare gli istituti fondamentali dell'educazione artistica nazionale, cioè le Accademie di Belle Arti, di fatto toccando un altro degli aspetti che risultano importanti per l’avvio alla produzione artistica. Entrambe queste ricerche sono sfociate in importanti pubblicazioni.

Rilevante è poi stata la sua attività di promozione di giovani artisti visivi. Si ricorda, in particolare, la fondamentale attività di presentazione delle migliori ricerche artistiche del territorio, avendo curato l’attività espositiva dell’Unione Culturale di Torino, con una fitta serie di proposte. La pubblicazione che ne è scaturita rimane imprescindibile per ricostruire un decennio – gli anni Ottanta – della scena piemontese.
Queste ricerche di ‘affiancamento’ all’opera degli artisti in fase di crescita è proseguita inoltre ponendo l’attenzione verso artisti già consolidati, quali Picasso, Derain, Mirò, Sutherland, o gli italiani Felice Casorati (è autore del catalogo generale della sua opera in 3 voll., con Giorgina Bertolino), de Chirico, Morandi, Pinot Gallizio, Piero Ruggeri, Alberto Burri e Fausto Melotti, Giulio Paolini, Alighiero Boetti, solo per citarne alcuni.
Trattandosi infine di uno studioso, è naturale ricordare che Francesco Poli ha curato molti volumi sull’arte italiana e straniera del XX secolo, abbracciando temi vasti e delicati al contempo: dalla Metafisica al Minimalismo, e in generale dagli anni Cinquanta all’oggi, pubblicati presso i più importanti editori italiani. Un suo volume, poi, "Postmodern Art. 1945 – now", è stato pubblicato da Harper & Collins a New York, nel 2008.

Francesco Poli - Premiato


Nato a Torino nel 1949, si laurea in Filosofia, indirizzo sociologico, con il prof. Luciano Gallino, con una tesi di sociologia dell’arte che viene pubblicata da Einaudi ("Produzione artistica e mercato", 1976). Inizia a insegnare Storia dell’arte all’Accademia Albertina di Torino, come assistente di Luciano Caramel, con il quale scrive un libro sul problema della riforma delle accademie ("L’arte bella", Feltrinelli 1979). Dopo aver vinto la cattedra all’Accademia di Carrara, si trasferisce all’Accademia di Brera di Milano, dove insegna Storia dell’arte contemporanea fino al 2014. Dal 1994 al 2016 è stato chargé de cours all’Université Paris 8. Attualmente insegna (a contratto) Arte e comunicazione nel corso di laurea magistrale Comunicazione e culture dei media, a Torino.

Pubblicazioni:

Ha pubblicato numerosi saggi di storia dell’arte moderna e contemporanea. Per l’editore Laterza: "La Metafisica, La scultura del Novecento"; "Minimalismo, Arte Povera, Arte Concettuale"; "Il sistema dell’arte contemporanea". Insieme a Giorgina Bertolino è autore del Catalogo Generale delle opere di Felice Casorati (ed. Allemandi). Ha scritto testi specifici su maestri del ‘900 (Seurat, Modigliani, Derain, Miró, de Chirico, Morandi...), e sui maggiori artisti dal dopoguerra agli anni ’80. Del 1990 è una monografia su Giulio Paolini. Tra i saggi storico-critici di carattere più strettamente contemporaneo va ricordato: "La messa in scena dell’arte contemporanea. Dallo spazio dell’opera allo spazio intorno all’opera" (con Francesco Bernardelli, ed. Johan&Levi, 2017). Tra i volumi di taglio storico più ampio, oltre ai volumi curati per Electa ("Arte moderna" e "Arte contemporanea"), è da citare la pubblicazione in inglese "Postmodern Art 1945-Now" (Harper Collins, N.York 2008). Insieme a Francesca Filippi è il curatore generale della storia dell’arte per i licei, "La Bellezza resta" (Ed. Bruno Mondadori 2022), appena pubblicato, di cui ha scritto come autore l’ultimo volume.

Attività come critico e curatore:

A partire dalla fine degli anni Settanta ha incominciato la sua attività di critico d’arte collaborando con molte riviste specializzate, e con continuità con quotidiani come “Il Manifesto” (dal 1980 al 2000) e poi fino ad oggi con “La Stampa”. Come curatore, ha sostenuto negli anni 1970-1990 le ricerche dei giovani artisti attivi in area torinese, come responsabile dell’attività espositiva dell’Unione Culturale nel Palazzo Carignano (Arti Visive Proposte). E più tardi, (insieme a M.Gorni e F.Bernardelli) la rassegna annuale di video art, Video.it (fino al 2014). È stato tra i commissari della XIV Quadriennale di Roma (1999) e ha curato una sezione del Padiglione italiano alla Biennale di Venezia del 1993. È stato direttore della XIII Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, 2008. Ha curato molte mostre in gallerie private, spazi pubblici, e musei. Tra queste si possono ricordare per esempio:

-“Standing Sculpture” (con R. Fuchs), Castello di Rivoli, 1988

-“Il colore del lavoro” (con C. Gian Ferrari), Mole Antonelliana, Palazzo Reale Milano, 1991

-“Da Warhol al 2000. G.E. Sperone 35 anni di mostre fra Europa e Stati Uniti” (co-curatore), Palazzo Cavour, Torino 2000

-“In-Finitum” (2009), e “TRA. The Edge of Becoming” (2011), co-curatore, Palazzo Fortuny, Venezia

-“Max Kinger” (con P. Giovanardi), Palazzo Fava, Bologna 2014

-“CoBra. Una grande avanguardia internazionale 1948-1951” (con D. Femfert), Palazzo Cipolla Fondazione Roma, 2016

-“Joan Miró. La forza della materia” (con R. M. Malet), Mudec, Milano 2016

-“Fausto Melotti” (con P. Repetto), Castello di Miradolo 2018

-“André Derain” (co-curatore), Museo d’Arte, Mendrisio 2020-21.

Antonio La Grotta - Artista


Fotografo freelance, co-curatore dal 2008 al 2016 presso la Galleria di arte contemporanea Nopx e consulente in pubblicazioni a tiratura limitata. Collabora con associazioni e istituti come docente di fotografia e cultura visiva contemporanea con workshop e seminari. Insegna fotografia presso l'Istituto Europeo di Design di Torino. Dal 2021 è coordinatore dei corsi di Formazione Continua Ied Torino. Ha pubblicato su diversi magazine in Italia e all’estero, tra i quali Internazionale, Scapegoat, Slate, Carcy, Tsugi, Dcasa La Repubblica, il Post, Spiegel, Form e diversi foto-libri. Ha esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. Nel 2015 vince il terzo posto al Sony World Photography Awards nella categoria Architettura.

EDIZIONE 2020/2021

Grazie alla sigla nel 2019 di un Accordo quadro con la Fondazione Torino Musei, la Commissione vede la presenza di Riccardo Passoni, direttore della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ed è presieduta da Adriano Da Re (già Segretario Generale della Fondazione Torino Musei), Segretario Luca Malvicino (presidente dell’Associazione Govone Residenza Sabauda).
Per questa terza edizione è stato deciso di assegnare il Premio alla memoria di Fiorenzo Alfieri.
In verità, quando la Commissione si riunì una prima volta nello scorso autunno, si convenne comunemente di riconoscere il lavoro e la passione di Alfieri nel sostenere, secondo quanto prevedono le finalità dell’iniziativa del Premio Castello di Govone, l’arte in tutte le sue molteplici espressioni.
Poi la crudele pandemia che tanti lutti ha arrecato nel mondo, nel mese di dicembre ci ha portato via Fiorenzo, lasciando un vuoto incolmabile non solo nelle persone che gli hanno voluto bene ma anche nel mondo culturale non solo italiano.
È per questo che la Commissione ha voluto ugualmente assegnare il Premio a Fiorenzo Alfieri, premio che sarà ritirato dai famigliari, con le seguenti motivazioni:
“Un amore incondizionato per Torino, la sua città, una non comune sensibilità e conoscenza dei più multiformi linguaggi artistici, e la decisa attitudine a realizzare progetti inediti, sono le qualità che hanno caratterizzato la vita e l’attività non solo amministrativa di Fiorenzo Alfieri. Senza mai dimenticare il suo passato di educatore, riconosciuto nell’ambiente come sorprendente promotore delle più innovative tecniche scolastiche, Alfieri si è affacciato al mondo artistico torinese e poi nazionale e internazionale assumendo nel 2001 la carica di Assessore alla Cultura nel momento più entusiasmante della recente storia di Torino. Ed è soprattutto grazie a lui che abbiamo assistito a una rinascita culturale che è diventata esemplare in Italia e all’estero, abbinando conservazione e valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico e architettonico della città, con l’ideazione e l’avvio di innumerevoli iniziative di arte contemporanea che hanno permesse di far conoscere e, in alcuni casi, di far emergere personalità artistiche di primo livello. Sempre con lo sguardo rivolto alle istituzioni delle grandi metropoli europee, con le quali Torino doveva misurarsi per essere la capitale italiana del contemporaneo, certamente questa innata propensione all’innovazione non avrebbe avuto seguito se fossero mancate sensibilità, culturale e umana, ricchezza interiore, metodo, curiosità intellettuale, rispetto delle competenze e una grande caparbietà, doti che hanno consentito a Fiorenzo Alfieri di lasciare un segno indelebile nella sua città, che tanto amava, in Italia e nelle persone che l’hanno conosciuto e che lo hanno ammirato. È per tale motivo che la Commissione Premio Castello di Govone ha voluto assegnare un meritato riconoscimento alla sua memoria ricordando fra l’altro la sua immancabile presenza qui a Govone in occasione delle scorse edizioni di Creativamente Roero. In questo modo anche oggi Fiorenzo è qui con noi. Grazie.”
Ai famigliari di Fiorenzo Alfieri verrà consegnata un’opera realizzata dall’artista Bruna Biamino.
Fiorenzo Alfieri


Fiorenzo Alfieri Laureato in pedagogia, fu insegnante elementare, fondatore e attivista del gruppo piemontese del Movimento di Cooperazione Educativa - MCE. Dirigente scolastico dal 1979, membro del Consiglio Direttivo dell'IRRSAE Piemonte dal 1985 al 1995, fu cultore della materia in psicologia evolutiva presso la Facoltà di Psicologia e successivamente docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Torino. Ebbe una lunga esperienza di amministratore pubblico presso il Comune di Torino, iniziata nelle giunte del Sindaco Diego Novelli dal 1976 al 1985 come Assessore alla Gioventù e allo Sport. Dal 1995 al 2001 fu assessore nella giunta Castellani, prima al Sistema Educativo poi alla Promozione della Città; in questa veste coordinò il lavoro del primo Piano Strategico della Città e ideò le Luci d’Artista. Dal 2001 al 2011 fu Assessore alla Cultura con il Sindaco Sergio Chiamparino: in quegli anni seguì la riapertura di Palazzo Madama e di diverse sale teatrali, l’apertura del MAO e il completo rinnovamento del Museo dell’Automobile, lo sviluppo di Settembre Musica (poi diventato Mito), la nascita di Torinodanza e del Traffic festival. Presiedeva il Comitato per l’Ostensione della Sindone. Coordinò i lavori per il 150° dell'Unità d'Italia. Fu inoltre Presidente di CIDAC, l'Associazione delle Città d'Arte e di Cultura italiane, del GAI, l'Associazione Circuito dei Giovani Artisti Italiani e dell’Accademia Albertina di Belle Arti. Al momento della morte era Presidente del Castello di Rivoli e dell'Associazione Centroscienza Onlus.
Bruna Biamino


Bruna Biamino vive e lavora a Torino. Ha studiato Fotografia alla Visual Studies Workshop di Rochester, NY, con Nathan Lyons e all’Institute of Technology di Rochester. Svolge l’attività di fotografo di architettura portando avanti contemporaneamente un lavoro di ricerca personale sulle architetture e i paesaggi. Tra le numerose mostre ha esposto alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, a Palazzo Trevi a Roma, alla Photographers Gallery di Londra, all’Omiya Center di Osaka, al MAXXI di Roma, alla Polaroid Foundation di Cambridge, Massachusetts. Per alcuni anni ha diretto il corso di fotografia dell’Istituto Europeo di Design di Torino, e ha pubblicato numerosi libri sull’architettura italiana ed internazionale. Nel 2020 è stata insignita del Premio Bruno Zevi per la Diffusione della Cultura Architettonica.

EDIZIONE 2019

Nel 2019, grazie alla sigla di un Accordo quadro con la Fondazione Torino Musei, la Commissione che ha visto la presenza di Riccardo Passoni, direttore della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, presieduta da Adriano Da Re (già Segretario Generale della Fondazione Torino Musei), Segretario Luca Malvicino (presidente dell’Associazione Govone Residenza Sabauda), ha deciso di assegnare il Premio Castello di Govone a Pier Giovanni Castagnoli con la seguente motivazione:

Uno dei maggiori storici e critici d’arte del secondo dopoguerra e uno dei più illuminati e intraprendenti direttori di musei d’arte moderna e contemporanea italiani, Pier Giovanni Castagnoli può a pieno titolo essere considerato come figura di intellettuale e di studioso che meglio ha qualificato la nostra cultura nazionale a cavallo tra il Novecento e il Duemila.
Difficile descrivere il percorso professionale di Castagnoli, tanto ricche e significative sono state le tappe che lo hanno sempre visto e che lo vedono tuttora protagonista, anche se umanamente schivo e lontano dai riflettori delle cronache artistiche.
Professore di storia dell’arte nelle maggiori Università italiane, amato e seguito da innumerevoli allievi, Castagnoli, dopo aver diretto la Galleria Civica di Modena e la Galleria d’Arte Moderna di Bologna e aver curato importanti mostre d’arte, è approdato verso la metà anni Novanta a Torino per dirigere la GAM, la Galleria d’Arte Moderna all’epoca da poco riaperta dopo un lungo e travagliato periodo di chiusura per ristrutturazione.
E qui, in una delle stagioni più appassionanti e avvincenti della rinascita culturale del nostro capoluogo regionale, durante un decennale mandato conclusosi nel 2008, Castagnoli ha non solo favorito un esponenziale aumento delle presenze del pubblico con mostre e iniziative sempre originali e di grande livello, ma ha contribuito all’arricchimento del patrimonio collezionistico del Museo tanto da renderlo ancor oggi uno dei più importanti fari della nostra cultura artistica in ambito soprattutto contemporaneo.
Siamo quindi orgogliosi di assegnare a Pier Giovanni Castagnoli il Premio Castello Reale di Govone, un riconoscimento per quanto realizzato negli anni e un augurio per quanto si appresta a compiere per tenere, oggi come ieri, ancora vivace e dinamica l’arte italiana nel mondo.


A Pier Giovanni Castagnoli è stata consegnata un’opera realizzata dall’artista Elena Franco.
Pier Giovanni Castagnoli


Pier Giovanni Castagnoli, nato a Parma nel 1946, ha insegnato nelle Università di Bologna, Venezia, Padova e parallelamente si è dedicato all’ordinamento e alla conduzione di musei, dirigendo tra il 1982 e il 2008: la Galleria Civica di Modena, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Nel 2002 è stato insignito dal Ministero della Cultura e Comunicazione di Francia del titolo di Chevalier de l’Ordre des Artes e des Lettres.
Elena Franco


Elena Franco (Torino, 1973) è architetto e fotografa. Si occupa di valorizzazione urbana e territoriale. La fotografia – di documentazione e ricerca – occupa una gran parte della sua attività e viene spesso utilizzata nei suoi progetti, anche a supporto del lavoro di costruzione dell’identità locale e di percorsi di messa in rete di potenzialità territoriali. La sua principale ricerca fotografica “Hospitalia”, in corso dal 2012, dopo essere stata esposta in sedi istituzionali a Milano, Napoli, Vercelli, Losanna, Venezia, Firenze, Arles (FR), Lessines (BE), Siena, accompagnata da convegni e workshop ispirati dal suo lavoro, è ora un libro (ed. ARTEMA 2017). Attualmente lavora su progetti artistici che legano architettura, archivi e territorio. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Collabora con Il Giornale dell’Architettura ed è direttore artistico della Fondazione Arte Nova.

EDIZIONE 2018

La Commissione scientifica, composta da Fiorenzo Alfieri (Presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino), Lorenzo Balbi (Direttore Artistico di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna) e da Olga Gambari (curatore indipendente, critico d’arte e giornalista, direttore artistico di NESXT), presieduta da Adriano Da Re (già Segretario Generale della Fondazione Torino Musei), Segretario Luca Malvicino (presidente dell’Associazione Govone Residenza Sabauda), ha deciso di assegnare il primo Premio Castello di Govone a Francesco Manacorda con la seguente motivazione:
Con il suo lavoro e con la sua professionalità Francesco Manacorda ha contribuito allo sviluppo e alla valorizzazione dell’arte e degli artisti contemporanei portando una propria ricerca curatoriale nata in Italia su tutti i più importanti palcoscenici internazionali.

A Francesco Manacorda il 14 ottobre è stata consegnata una chiave simbolica del Castello, opera realizzata dall’artista Valerio Berruti.
Francesco Manacorda


Francesco Manacorda è un critico e curatore italiano, nato a Torino nel 1974. Nel corso della propria carriera ha ricoperto molti e prestigiosi incarichi nel mondo dell’arte contemporanea: a partire da Artissima, la fiera di arte contemporanea di Torino, diretta nel 2010 e 2011, per proseguire con la Tate di Liverpool di cui fu direttore dal 2012 al 2017, fino ad arrivare alla recente nomina alla V-A-C Foundation di Mosca di cui è attualmente direttore artistico e che inaugurerà prossimamente la sua nuova sede GES-2, in una storica centrale elettrica nel centro di Mosca rinnovata da Renzo Piano. Curatore di molte importanti mostre e rassegne internazionali, ha curato il Padiglione Slovenia alla 50a Biennale di Venezia e il Padiglione Nuova Zelanda alla 53a è stato co-curatore della Biennale di Taipei, che ha inaugurato il 17 novembre 2018.
Valerio Berruti


Valerio Berruti è nato ad Alba nel 1977.L’artista utilizza l’antica tecnica dell’affresco, la scultura e la videoanimazione per creare immagini essenziali, ispirate al mondo sospeso dell'infanzia, il momento della vita in cui tutto deve ancora avvenire. Nel 2009 ha partecipato alla 53a Biennale di Venezia, dove ha presentato una video animazione, con la musica di Paolo Conte, composta da 600 disegni affrescati. Nel 2011 il suo video Kizuna, esposto al Pola Museum di Tokyo con la colonna sonora appositamente scritta da Ryuichi Sakamoto, è diventato un progetto benefico per la ricostruzione del Giappone dopo la devastazione dal terremoto. L’anno successivo ha vinto il premio internazionale Luci d'artista e ha realizzato un’opera permanente di land art alla Nirox Foundation di Johannesburg.